tag:blogger.com,1999:blog-3976597460597005552024-02-18T21:07:47.837-08:00Vetrina dell'editoria libertariapagina dedicata alle novità editorialiUnknownnoreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-397659746059700555.post-39090653405732086512007-12-04T14:36:00.000-08:002007-12-04T14:56:42.842-08:00Le mie prigioni e le mie evasioni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVTNFbFMeDR4msaOLHnkxhOVBPgMOZMaKpvpWOYQme5NelLSkd4Y8jyb4fiUqjY24QF8FwXEg1j2nMVNomYyqq0qkYxI9-o67X9kgVdYxhGkECDfp8zFa2Pu3pJ56TpKD8_OjXH1dk8fAD/s1600-h/copertina+domaschi.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5140253377226921682" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVTNFbFMeDR4msaOLHnkxhOVBPgMOZMaKpvpWOYQme5NelLSkd4Y8jyb4fiUqjY24QF8FwXEg1j2nMVNomYyqq0qkYxI9-o67X9kgVdYxhGkECDfp8zFa2Pu3pJ56TpKD8_OjXH1dk8fAD/s320/copertina+domaschi.jpg" border="0" /></a><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#ff0000;">Giovanni Domaschi - Le mie prigioni e le mie evasioni</span></div><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#ff0000;"></span></div><br /><div align="center"><strong><span style="color:#cc0000;">a cura di Andrea Dilemmi, Verona, Istituto Veronese ......,2007, </span></strong></div><br /><div align="center"></div><br /><div align="center">euro 18,00</div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="justify"><span style="color:#ff0000;"><span style="font-size:130%;">Giovanni Domaschi<br />Le mie prigioni e le mie evasioni<br />Memorie di un anarchico veronese dal carcere e dal confino fascista</span><br /></span><br /><strong><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;">a cura di Andrea Dilemmi</span><br /></span></strong><br /><br />Cierre edizioni / Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea,<br />2007, pp. X, 409, ill., euro 18,00.<br /><br /><br />Operaio, anarchico, antifascista, dopo aver partecipato alle lotte politiche e sindacali nella sua città il veronese Giovanni Domaschi (Verona, 1891-Dachau, 1945) ha trascorso quasi per intero il ventennio fascista rinchiuso in carcere o relegato al confino. Membro del secondo Comitato di liberazione nazionale di Verona, prima di essere deportato in Germania e di trovare la morte in un lager ha avuto modo di scrivere le sue memorie. Un testo affascinante che contribuisce a fare luce sulla mentalità, sulle convinzioni politiche e sulle scelte di vita di un operaio anarchico nella prima metà del Novecento. Un intreccio tra la storia comune di un militante di base e una vicenda biografica eccezionale (al pari di molte altre storie di vita di quegli anni), segnata dalla costante volontà di resistere al regime fascista e di lottare per la libertà.<br /><br />Andrea Dilemmi è dottorando in Storia contemporanea presso l’Università di Verona, città dove vive e lavora. Nel 2006 la sua tesi di laurea è stata premiata con la borsa di studio “Città di Verona”. È autore del saggio Anarchismo e sindacalismo rivoluzionario a Verona dalla guerra di Libia al fascismo, in Socialismo, anarchismo e sindacalismo rivoluzionario nel Veneto tra Otto e Novecento, a cura di G. Berti, Il Poligrafo, Padova 2004 e del volume Il naso rotto di Paolo Veronese. Anarchismo e conflittualità sociale a Verona (1867-1928), BFS, Pisa 2006. Nel 2004 ha ottenuto la borsa di studio “Pier Carlo Masini” per una ricerca su Giovanni Domaschi.<br /> </div><div align="justify"><br />Mentre Henri Charrière alias “Papillon” si appresta a percorrere la «strada<br />della putredine», che lo porta al bagno penale della Caienna francese dopo<br />essere stato condannato, nell’ottobre del 1932, dal Tribunale di Parigi,<br />Giovanni Domaschi ha già all’attivo due avventurose evasioni dall’epilogo<br />sfortunato e altrettanti tentativi di fuga. La prima delle quali, messa in atto a<br />Lipari nel luglio del 1928 con Mario Magri, Giovanni Battista Canepa e<br />Alfredo Michelagnoli, è certamente la causa principale dell’indubbia notorietà<br />di cui Domaschi gode, all’epoca, tra i compagni di confino.<br />«L’ho conosciuto nel 1936 a Ponza quando, ai primi di quell’anno arrivò<br />preceduto da una aureola di combattente indomito»: Ugo Fedeli, uno dei<br />primi storici dell’anarchismo italiano, egli stesso militante anarchico, apriva<br />così nel 1961 un breve articolo a lui dedicato nel quadro di una serie di ritratti<br />sugli anarchici confinati durante il regime fascista2. Qualche anno prima,<br />nell’immediato dopoguerra, aveva scritto:<br />Il compagno Giovanni Domaschi, non è conosciuto dai giovani venuti a noi in questo<br />dopo guerra, ma è stato indubbiamente una figura delle più spiccate del movimento<br />nostro in Italia, particolarmente durante il fascismo e nella lotta durata più di<br />vent’anni per abbatterlo. I compagni, e non sono pochi, che ebbero occasione di passare<br />durante quest’ultimo quarto di secolo, in qualcuno dei numerosi penitenziari o<br />nelle isole di Confino, ha[nno] avuto occasione di conoscerlo e stimarlo. Questi anni,<br />venti, li ha passati tutti tra galera e confino, fermo, rigido, integro, sempre primo in<br />ogni atto di protesta, e fra i detenuti o fra i confinati, fu sempre uno dei più quotati3.<br />Il prestigio dell’anarchico veronese non traeva origine solamente dai suoi<br />meriti di «protagonista delle fughe più incredibili»4, un vero e proprio «indemoniato<br />»5 pronto a tentare l’evasione anche nelle situazioni più difficili: è la persona,<br />sono il suo carattere semplice, aperto e la fermezza di fronte alle imposi-<br />Prologo1<br />Occorrerebbe lo spazio di un volume per seguire il nostro<br />compagno nelle sue gesta.<br />(Vella R., Giovanni Domaschi, martire della libertà,<br />«Il Libertario», 25 aprile 1955).<br />Vivo soltanto per questo: evadere, evadere, solo o accompagnato,<br />ma darmi alla fuga. È un’idea fissa […] che mi<br />ossessiona. E realizzerò, senza esitare, il mio sogno.<br />(Charrière H., Papillon, Mondadori, Milano 1970, p. 361).<br />zioni del fascismo a farne, tra i confinati, un militante conosciuto e stimato.<br />Temuto e rigidamente sorvegliato, al contrario, dai suoi carcerieri: sarà uno dei<br />pochi confinati ad avere “l’onore” di essere pedinato di continuo da un milite<br />ad un metro di distanza. Francesco Fancello, compagno di carcere di Domaschi<br />nel IV braccio di Regina Coeli a Roma, ne sottolineava infatti «le eccezionali doti<br />di generosità, di coraggio e di indomita fermezza. […] In tutte le polemiche portava<br />un riposante umorismo e una giovialità inesauribile, che perdeva solo<br />quando si toccavano certi principi fondamentali a cui si conservava fanaticamente<br />fedele»6. Ernesto Rossi infine, anch’egli a lungo suo compagno di cella,<br />scriveva: «Abbiamo trovato tutti in Domaschi un ottimo compagno: intelligente,<br />profondamente buono e con un senso altissimo della dignità personale»7.<br />Già a breve distanza dalla Liberazione, dunque, Fedeli si preoccupava di<br />mantenerne il ricordo: memoria ancora viva in coloro che l’avevano conosciuto,<br />non altrettanto – evidentemente – tra i giovani antifascisti passati da poco<br />attraverso l’esperienza fondante della Resistenza. Di fronte alla grandezza,<br />alla tragicità di un evento quale la Seconda guerra mondiale e all’intensità<br />della scelta resistenziale, l’immagine delle lotte sociali del Primo dopoguerra<br />e delle persecuzioni patite durante l’intero ventennio fascista appariva già<br />sbiadita, nonostante il nuovo ceto dirigente fosse composto da quegli stessi<br />antifascisti che avevano subito in gioventù l’assalto al potere del fascismo e, in<br />seguito, lunghi anni di carcere e di confino; in breve, da coloro i quali avevano<br />alle spalle lo stesso vissuto di Domaschi.<br />Di fronte a quanto d’azione si è fatto nell’Europa occupata in questi anni di guerra,<br />di fronte a quanto fanno i nostri partigiani, il raid di Lipari appare come un<br />misero granello di sabbia nell’immensità del deserto. Ma, allora, la situazione italiana<br />era in silenzio. Con le leggi eccezionali e con un regime di polizia, con le frontiere<br />chiuse, tutto era immobile. Il raid di Lipari fu come un sasso gettato al centro<br />di un lago calmo in una giornata di sole. Attorno al punto toccato dal sasso, i cerchi<br />si formano, si moltiplicano, si estendono, e ridanno animazione all’immobilità,<br />vita improvvisa alla morte apparente.<br />Così scriveva Emilio Lussu commentando la propria fuga da Lipari, effettuata<br />nel luglio 1929 in compagnia di Carlo Rosselli e Francesco Fausto Nitti, e<br />coronata dal successo8. Un passo che contribuisce a chiarire, anche nel caso di<br />Domaschi, la distanza della percezione e, assieme, le ragioni della nascita di<br />una memoria epica del “combattente indomito”. La quale, di fronte all’apparente<br />dicotomia rispetto a quella, più umana, del “buon compagno” intelligente<br />e gioviale («il bravo Domaschi», lo definiva Ferruccio Parri; «un giovane di<br />poche parole, intelligente e mite», Nitti9), ritrova la sua unità nel significato che<br />assumevano sotto il fascismo (ed ancor più in carcere o al confino) la coerenza<br />alle proprie idee, la volontà di non piegarsi e qualsiasi atto, piccolo o grande,<br />di disobbedienza. Che, occorre ricordarlo, aveva sempre dure conseguenze.<br />Una memoria breve, però. Custodita da chi si trovò a condividerne le esperienze,<br />riappare a tratti come un esile fiume carsico nella memorialistica antifascista.<br />In quella del movimento anarchico, eccettuati gli articoli di Fedeli e pochi<br />altri, se ne trovano tracce ancora più rare10. Dopo la Liberazione, portava il nome<br />4 Andrea Dilemmi<br />di Domaschi il gruppo libertario veronese animato da Randolfo Vella. Dal 1999,<br />la locale biblioteca promossa da un gruppo di anarchici è stata a lui intitolata.<br />Nella sua città natale la memoria di Domaschi è stata affidata, inoltre, a una<br />medaglia d’oro alla memoria conferitagli dal Comune in occasione del primo<br />decennale della Resistenza e all’intitolazione di una piccola via del quartiere<br />dove aveva abitato in gioventù, in quanto membro del secondo Comitato di<br />liberazione nazionale. Il suo nome compare, infine, tra i sette caduti del secondo<br />CLN cittadino in una lapide apposta nel 1989 sulla facciata del Municipio.<br />Oltre alle testimonianze e agli scarni segni del ricordo ufficiale, solo recentemente,<br />tramite il rinvenimento da parte di Adriana Dadà di un quaderno<br />autografo di memorie11 e di altri documenti all’interno del fondo Fedeli custodito<br />presso l’International Institute of Social History di Amsterdam12 e la successiva<br />acquisizione di un secondo quaderno autografo13 da parte dell’Istituto<br />veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, si è venuti in<br />possesso di materiale che invita ad approfondire la conoscenza della figura di<br />Domaschi, permettendo di metterla in relazione con i luoghi di vita, le scelte<br />esistenziali, il contesto storico e sociale14.<br />Un anarchico del Novecento 5</div><div align="justify"> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-397659746059700555.post-9603495765067208362007-12-04T14:33:00.000-08:002007-12-04T15:11:36.951-08:00Malara, Antifascismo Anarchico<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpxVAJAG_jvh84Vns8j1ps5AnQqfzdMLhIFD7oxn4XjTZk88sKiA29AN6d33BVuSsVIXSRK-veJS6pC2oW69Nc6JFOalGlrdGjjZnawsSyBxpIB7DJ2XlVq5vz7i6lDfPeOe4yrRfL9Afe/s1600-h/malara+libro.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5140259192612640482" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpxVAJAG_jvh84Vns8j1ps5AnQqfzdMLhIFD7oxn4XjTZk88sKiA29AN6d33BVuSsVIXSRK-veJS6pC2oW69Nc6JFOalGlrdGjjZnawsSyBxpIB7DJ2XlVq5vz7i6lDfPeOe4yrRfL9Afe/s320/malara+libro.jpg" border="0" /></a><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#ff0000;">Malara, Antifascismo anarchico</span></div><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#ff0000;"></span></div><br /><div align="center"><span style="font-size:130%;color:#ff0000;"><strong>a cura di A. Dadà</strong></span></div><br /><div align="center"></div><br /><div align="center"></div><br /><div align="center"><strong>Sapere 2000, Roma, 2007 , euro 10,90.</strong></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-397659746059700555.post-32824432286665899612007-12-04T14:23:00.000-08:002007-12-04T14:26:54.857-08:00La Piattaforma Organizzativa<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPcPrurN08x5fVEJkXtCFJYZqG0_iwwqY7MfVuXjiW0EuW95b2roePsVECzp6n4V5BEONwi2xE27dp6veJyjG3Qcp1LK1D1FU6FLZT3O6OGf_86vfX17nd1lOe2Zs-hUuJGsBebeemvAqs/s1600-h/piattaforma.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5140247364272707266" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPcPrurN08x5fVEJkXtCFJYZqG0_iwwqY7MfVuXjiW0EuW95b2roePsVECzp6n4V5BEONwi2xE27dp6veJyjG3Qcp1LK1D1FU6FLZT3O6OGf_86vfX17nd1lOe2Zs-hUuJGsBebeemvAqs/s400/piattaforma.jpg" border="0" /></a><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;"><span style="color:#cc0000;">La Piattaforma Organizzativadei Comunisti Anarchici</span><br /></span><strong><span style="color:#cc0000;">- origine, dibattito e significato -</span></strong><br /><br /><span style="font-size:130%;color:#cc0000;"><strong>a cura di Nestor McNab<br /></strong></span><br /><br />Sono passati 80 anni dalla pubblicazione sulle pagine del giornale anarchico Delo Truda della "Piattaforma Organizzativa dell'Unione Generale degli Anarchici (Bozza)", più noto come la "Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Anarchici". La Piattaforma rappresenta la prima volta in cui, dai tempi di Bakunin, un gruppo di anarchici approdò a formulare una piattaforma teorica e pratica delle posizioni e dei compiti degli anarchici che potesse servire a saldare l'unità e la teoria anarchica al fine di assicurare una maggiore influenza dell'anarchismo all'interno della società in generale e del movimento di classe dei lavoratori in particolare.<br />Pur non essendo esauriente nei vari temi trattati e necessitando ulteriore sviluppo di alcuni concetti soprattutto in campo organizzativo, è un documento di un enorme valore, non tanto a livello storico quanto a livello pratico, un documento attualissimo che merita (ieri come oggi) la seria considerazione di tutti coloro che si battono, o vorrebbero battersi, per un nuovo mondo, una nuova società, una nuova umanità.<br />In questo libro abbiamo raccolto una serie di articoli e documenti dell'epoca, molti dei quali inediti in lingua italiana, che dimostrano nel loro insieme la fondatezza della Piattaforma, la giustezza delle sue posizioni e la serietà con la quale i suoi fautori affrontarono tutte le questioni che tormentavano il movimento anarchico nel periodo immediatamente dopo la Rivoluzione russa. Oggi, il comunismo anarchico, lungi dall'essere un fenomeno che appartiene solo ad un lontano passato nella storia del movimento dei lavoratori, è più che mai un discorso vivo e propositivo.<br /><br />2007 - Giovane Talpa ONLUS per conto di Federazione dei Comunisti Anarchici<br />€12pagine 219<br /><br />INDICE:<br />INTRODUZIONI:<br />· Prefazione di Nestor McNab<br />· Pier Francesco Zarcone, Attualità della polemica sulla "Piattaforma"<br />· Alexandre Skirda, La Piattaforma Organizzativa<br />DOCUMENTI:<br />· Nestor Makhno, La nostra organizzazione<br />· Nestor Makhno, L'Anarchismo e la nostra epoca<br />· Nestor Makhno, Sulla disciplina rivoluzionaria<br />· Boris Volin, Una sintesi anarchica<br />· Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero, Il problema dell'organizzazione e la nozione di sintesi<br />· Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero, Piattaforma Organizzativa dell'Unione Generale degli Anarchici (Bozza)<br />· Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero, Supplemento alla Piattaforma Organizzativa (domande e risposte)<br />· Nestor Makhno, Sulla difesa della rivoluzione<br />· Alcuni anarchici russi, Risposta alla Piattaforma<br />· Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero, Risposta ai confusionari dell'anarchismo<br />· Petr Arscinov, Il vecchio ed il nuovo nell'anarchismo<br />· Maria Isidine, Organizzazione e partito<br />· Petr Arscinov, Vecchi retaggi e novità nell'anarchismo<br />· Errico Malatesta, A proposito della responsabilità collettiva<br />· Gruppo del 18°, Ancora sulla "responsabilità collettiva": qualche precisazione<br />· Nestor Makhno, Al Congresso dei compagni francesi dell'UACR<br />APPENDICE:<br />· Esercito Insorto Rivoluzionario (Makhnovista) dell'Ucraina, Bozza di Dichiarazione<br />· 1a Sezione Italiana - Federazione Internazionale Comunista Anarchica, Manifesto comunista anarchico<br /><br />Si può ordinare "La Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Anarchici" inviando una e-mail al seguente indirizzo: <a href="mailto:fdca@fdca.it">fdca@fdca.it</a>, oppure scrivendo a: Alternativa Libertaria, CP 27, 61032 Fano (PU). Puoi anche rivolgerti alla <a href="http://www.fdca.it/contatti.htm" target="_self">sezione FdCA</a> più vicino a te. </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-397659746059700555.post-10503594524003691662007-12-03T16:54:00.000-08:002007-12-04T17:00:52.533-08:00ANTIPODI "ENERGIA"<div><strong><span style="font-size:130%;">E' uscito il nuovo numero di</span></strong> </div><div> </div><div> </div><div><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5140287264518887154" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_RbahrCfw_1Bv6CTPYePCOzG5cEse_p9H_LGPeroav_zB1XDxqSk575qXBolpIqLlDdZnHCEAo6N8qc8sPYCuWA_W1KxXKlDKeaemamHhznJFfamhtn4xgnb_Tm-PAZkFHzahpGQhVrxd/s320/07copertinaantipodi.jpg" border="0" /><br /><br /><br /><div align="center"><br /><span style="font-size:180%;color:#ff0000;">ANTIPODI<br /></span>rivista di politica, cultura e arte<br />Tema di questo numero: Energia</div><br /><br />L'energia è alla base di ogni manifestazione del vivente. Il suo fabbisogno cresce al crescere della qualità della vita e all'aumentare della velocità delle trasformazioni. Ricorrono periodicamente previsioni sull'esaurirsi delle risorse disponibili nel pianeta. Tali limiti si spostano col mutare delle possibilità tecnologiche e occorre tener conto di un flusso virtualmente inesauribile (nei limiti dell'umana percezione) di energia in arrivo dall'esterno di esso. Fatta questa premessa appare opportuna una ricognizione sullo stato delle risorse disponibili )o ipotizzabili), sulle possibili estensioni di fonti di approvvigionamento, sulla sostenibilità nell'immediato dei processi di consumo in atto, sulla possibilità di estendere ai paesi terzi e quarti un modello di vita tipico delle società ad alta evoluzione produttiva, senza violare in modo irreversibile l'equilibrio dell'ecosistema. Nel contempo, è utile fare chiarezza su molti luoghi comuni (privi di un supporto adeguato di conoscenza, anche se talvolta proposto da noti scienziati) che confondono i dati reali dei problemi, che deve di converso essere affrontato con approfondita cognizione di causa.<br />Sommario degli articoli:<br />Saverio Craparo, Lo sviluppo dei limiti<br />Francesco Aucone, Il Signor Petrolio: un tipo molto riservato<br />Angelo Baracca, Chi si rivede: il nucleare<br />Antonio Politi, Costi da favola<br />Lia Didero, La testa del Drago<br />Giancarlo Leoni, Energie alternative e politiche di sviluppo locale: piccolo è bello?<br />Zatarra, Geotermia: la grande pentola<br />Brani e poesie di Francesco Guccini, Filippo Tommaso Marinetti, Rosaria Lo Russo, Izet Sarajlić. Le opere di Laura Villani sono state scelte da ALESSANDRA BORSETTI VENIER.<br /><br />1 numero 8€, abbonamento annuale (2 numeri) 15€<br />per richiederlo <a href="mailto:antipodi@fdca.it">antipodi@fdca.it</a><br />Per leggere online i numeri precedenti <a href="http://www.fdca.it/antipodi" target="_blank">www.fdca.it/antipodi</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0